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Nel poliedro delle antropologie


Nel pomeriggio del 27 settembre, è il Card. Gianfranco Ravasi, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Cultura, a delineare il "poliedro delle antropologie", una suggestiva immagine adottata da papa Francesco.

Considerando che Il panorama socio-culturale, a differenza di epoche passate, è molto mobile... si sofferma su alcuni elementi caratteristici della complessità odierna: il concetto di cultura, il fenomeno del multiculturalismo, la categoria dell'interculturalità, l'erosione delle identità culturali, morali e spirituali e la stessa fragilità dei nuovi modelli etico-sociali e politici, la mutevolezza e l’accelerazione dei fenomeni, la loro fluidità quasi «liquida», incidono evidentemente anche sull’antropologia, in particolare giovanile.


Sono spunti di analisi riguardo a fenomeni che diventano altrettante sfide pastorali e che si allargano a temi ulteriori rilevanti come i concetti di «natura umana» e di «verità», con la relativa questione del gender, o come i problemi sollevati dall’ecologia e dalla sostenibilità, l’incidenza dell’economia appiattita sulla finanza che crea l’accumulo enorme di capitali ma anche la fragilità «virtuale», la piaga della disoccupazione o della sotto-occupazione mal retribuita; il nesso tra estetica e cultura, il rilievo dei nuovi linguaggi musicali per i giovani e, a più largo raggio, il legame tra arte e fede. E così via.


Lo sguardo di fronte a tutto questo, deve essere positivo e dialogico, in quanto "il mondo in cui ora viviamo - sostiene - è ricco di fermenti e di sfide rivolte alla fede, ma è anche dotato di grandi risorse umane e spirituali: basti solo citare la solidarietà vissuta, il volontariato, l’universalismo, l’anelito di libertà, la vittoria su molte malattie, il progresso straordinario della scienza, l’autenticità testimoniale richiesta dai giovani alle religioni e alla politica".







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