L’ultima sessione “Percorsi e prospettive per il futuro dell'educazione alla luce del Sistema preventivo” - in programma il 28 e 29 settembre - intende far acquisire consapevolezza sul modo in cui sono intesi e vissuti oggi alcuni nuclei del Sistema preventivo dalle FMA e dai laici con cui condividono la missione nei vari contesti.
Viene presentata la ricerca esplorativa “Educare. Non è dato, ma conquistato” - presentata il 28 settembre - è stata progettata e realizzata nel 150° dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) da una équipe internazionale di 24 studiose appartenenti ad alcune istituzioni educative e formative dell’Istituto delle FMA che hanno aderito all’iniziativa su proposta di alcune docenti e ricercatrici della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium».
Le docenti che hanno lavorato per oltre un anno all'indagine sono: Martha Séïde, Enrica Ottone, Lucy Muthoni Nderi e Magna Martínez Jiménez (Facoltà «Auxilium», Roma) e Ana Julia Suriel dell'Instituto Superior de Formación Docente Salomé Ureña (Santo Domingo, Repubblica Dominicana). Parte integrante del gruppo anche della dott.ssa Francesca Fratarcangeli, exallieva della Facoltà «Auxilium».
L’indagine ha coinvolto circa 500 tra FMA e laiche/laici di 72 Paesi del mondo che hanno partecipato come partner e non solo come oggetto di studio. Attraverso lo strumento del focus group online sono stati attivati processi di riflessione comune sul sistema con l’intento di suscitare una ricaduta a livello di formazione oltre che di raccolta di dati.
La ricerca ha inteso esplorare tra le FMA e i collaboratori laici come sono “pensati” e come sono “applicati” alcuni nuclei del Sistema preventivo, cioè alcune modalità peculiari del modello educativo e formativo salesiano, vissuto oggi dalle stesse FMA e dai collaboratori laici, che operano in contesti educativi e formativi con adolescenti e giovani.
I nuclei esplorati sono i seguenti: * la visione integrale della persona e del fine dell’educazione; * l’approccio ‘preventivo’ nell’educare; * la scelta per la comunità educante e il lavoro in rete.
Nei mesi di gennaio-marzo 2022 sono stati realizzati nei cinque continenti 76 focus groups in 10 lingue. Le risposte, tradotte e analizzate in 3 lingue, sono più di 3.182, 539 mila parole, 120 le ore di registrazione trascritte.
Dalla ricerca è emersa la vivacità e la varietà del modello educativo salesiano e la consapevolezza dell’urgenza di appropriarsi di un agire sempre più competente nell’educare. Se è vero che il carisma educativo è ‘dato/ricevuto’, tuttavia è da ‘ri-conquistare’ ogni giorno, cioè da ri-cercare e da ri-trovare insieme. L’analisi e l’interpretazione dei dati, è appena avviata, ma interpella ciascun educatore e educatrice e l’Istituto ad accrescere la qualità delle dimensioni formativa e progettuale.
Un aspetto rilevante è stata l’esperienza che i partecipanti hanno fatto dei e nei focus group. In particolare, nel gruppo si sono “rafforzati” ascoltandosi reciprocamente. Nelle risposte, spesso si sono trovate espressioni come: “mi ha fatto pensare”, “mi ha fatto riflettere”, “mi ha fatto capire”, “ascoltare mi ha fatto venire in mente…”, “mi ha fatto comprendere meglio”, ma anche “mi ha dato forza” … Alcuni hanno usato proprio il termine comunità per far riferimento a quel gruppo che si era creato nei due incontri online.
È emersa la centralità dell’amorevolezza, della relazione educativa tra educatore e giovane e giovani come pure la categoria della presenza con la doppia dimensione: presenza che previene ma anche una presenza che promuove, che è lì per educare.
Vi sono anche alcune sfide. In particolare, si è voluto racchiudere nel termine “competenza nell’educare” alcune dimensioni, quali la centralità da una parte dell’amorevolezza e dall’altra parte del parlare poco di alcuni aspetti come quello dell’intenzionalità educativa o della progettualità.
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